IN VIAGGIO CON BOCCACCIO

In viaggio con Boccaccio
Alla scoperta del mondo mediterraneo e dell’Oriente con il Decameron

 

Raffaella Cavalieri nous a présenté dans le passé ses études sur les grands écrivains du Duecento et du Trecento italien : après Dante et Pétrarque, voici sa nouvelle étude, qui clôt la trilogie, sur Boccace et sur le Décaméron analysé comme œuvre littéraire viatique. En partant de Certaldo, la ville où Boccace a demeuré dans les dernières années et où il est mort, Raffaella Cavalieri nous accompagne dans un voyage à travers la Méditerranée et l’Orient, en suivant le fil rouge des nouvelles et en faisant entrer le lecteur dans la société médiévale des marchands et des pèlerins.

 

Dopo aver dedicato le sue due precedenti opere a Dante e a Petrarca, Raffella Cavalieri dedica il suo nuovo studio odeporico a Boccaccio, a coronamento di questa sorta di trilogia dedicata ai tre giganti della letteratura italiana del Due-Trecento e al loro rapporto alla letteratura di viaggio. Partendo da Certaldo, ultima dimora del poeta, l’autrice ci accompagna in un viaggio ideale attraverso il Mediterraneo e fino in Oriente, seguendo il filo rosso delle novelle del Decameron e facendo entrare il lettore nella società medievale di mercanti e pellegrini.

Certaldo Alta conserva ancora oggi la casa di Boccaccio, seppur in parte ricostruita dopo i gravi danni apportati dall’ultimo conflitto mondiale. L’atmosfera del paesino toscano trattiene in sé ancora tutta quella pittoresca aura medievale che già i viaggiatori stranieri ottocenteschi vi avevano trovato, scendendo in Italia sulle orme dei grandi della letteratura: le penne di Gabriel Faure e Maurice Hewlett descrivono l’ambiente immutato da secoli delle stradine del villaggio e Lord Byron deplora lo stato di abbandono della tomba di Boccaccio.

Dopo averci introdotto all’atmosfera di Certaldo, grazie alle parole dei viaggiatori stranieri che l’hanno visitata, esaltando il genio del poeta, Raffaella Cavalieri si addentra nel viaggio medievale prendendo spunto dal Decameron, come opera odeporica. Due punti nevralgici accompagnano la sua riflessione: il pellegrinaggio verso i luoghi santi e la scoperta dell’Oriente da parte dei mercanti. Il pellegrinaggio è dapprima indirizzato verso la Terrasanta, ma si sposta ben presto anche verso altre mete, venerate per la presenza di reliquie (ad esempio, Roma, Santiago de Compostela, Loreto). Le relazioni che ne derivano sono indirizzate sia ad un uso privato (come conservazione della memoria negli archivi familiari) sia ad un pubblico di futuri pellegrini che utilizzano certe relazioni come guide sui luoghi santi. Ma sulle strade e sulle rotte marittime medievali troviamo anche un’altra categoria di “viaggiatori”, si tratta dei mercanti che allargano sempre più i loro confini di contatto e scoprono l’Oriente misterioso da cui trarre nuovi prodotti da commercializzare in Europa. Le tematiche legate ai viaggi dei pellegrini e dei mercanti permettono di stabilire un legame tra il mondo mediterraneo, ben conosciuto e definito, e paesi lontani su cui i compilatori, i cartografi e i viaggiatori possono permettersi di fantasticare, dando spazio nelle loro opere ad una folla di animali mitologici, popolazioni mostruose e altre mirabilia. Tali presenze sono spesso frutto dell’immaginazione degli autori, ma esprimono talvolta anche la difficoltà ad accettare esseri molto diversi dal mondo conosciuto: si pensi alle prime descrizioni delle giraffe o dei coccodrilli, che per il mondo europeo apparivano come vere e proprie mostruosità della natura.

Boccaccio non è stato un adepto dei viaggi, ma ha avuto modo durante la giovinezza di immergersi nell’atmosfera culturale di Firenze, culla dello sviluppo della geografia e della cartografia, e di lavorare a Napoli presso il Banco dei Bardi, a diretto contatto quindi con il florido mondo mercantile e in una città portuale dove giungevano notizie dai mondi più lontani. Grande lettore della produzione letteraria del suo tempo, Boccaccio si ispira al proprio bagaglio culturale per esempio nel contesto dei pellegrinaggi, costruendo il personaggio di Frate Cipolla (che tra l’altro non possiamo non paragonare all’Indulgenziere dei Canterbury Tales di Chaucer): il testo è caratterizzato dalla critica alle pratiche di devozione delle relique, ma tiene conto della scaltrezza e della furbizia dimostrata dal frate di fronte allo scambio dei cofanetti contenenti le relique e propone una parodia delle enumerazioni delle “meraviglie” tipiche dei testi di viaggio dell’epoca, poiché Frate Cipolla descrive il proprio viaggio attraverso l’Italia e attraverso una realtà estremamente normale, ma raccontata con la verve dei compilatori medievali di bestiari e mirabilia. Boccaccio fa poi tesoro di quanto appreso a Napoli, ispirandosi agli aneddoti raccolti tra i mercanti e i navigatori, per costruire la propria visione del mondo all’interno del Decameron. In esso non troviamo mostruosità, ma leggiamo le vicende concrete del mondo commerciale mediterraneo, fatte di attacchi di pirati e corsari, di fortune annegate nei naufragi, di schiavitù orientali. Non troviamo in effetti vicende legate a grandi eroi nazionali o a re e regine, ma avvenimenti in cui gli eroi sono persone quotidiane, quei mercanti che successivamente avrebbero letto l’opera, poiché specialmente indirizzata a questo tipo di pubblico, a questa nuova società. Ne sono un esempio le novelle di Martuccio Gomito, di Salabaetto o di Andreuccio da Perugia, ma anche le novelle al femminile, come quella di Beritola; nel Decameron Boccaccio introduce, effettivamente, una serie di donne che rappresentano il viaggio al femminile, un nuovo genere fino a quel momento lasciato troppo da parte e che contribuisce ulteriormente ad avvicinare l’opera al già citato nuovo pubblico di lettori (composto non solo da uomini, ma anche da donne colte, “donne che leggono”).

Raffaella Cavalieri conclude sottolineando che Boccaccio visse un’epoca di scoperta e di espansione geografica, proponendo un paragone tra La Divina Commedia e il Decameron: se l’opera di Dante aveva rappresentato il contesto trascendentale medievale, quella di Boccaccio è una sorta di “commedia umana”, al centro della quale si trova un uomo nuovo, che apre la strada al mondo moderno, “il mercante, l’uomo comune”.

Quarta di copertina

In occasione del settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio, questo testo si propone come un percorso letterario attraverso i luoghi reali o immaginari narrati in uno dei suoi testi più noti e diffusi: il Decameron.

Partendo dalla piccola cittadina di Certaldo, scelta come cornice dell’azione, lo sguardo spazia attraverso il panorama e l’atmosfera su cui si posarono per l’ultima volta i suoi occhi, attraverso un percorso letterario che va dalle testimonianze stesse del Boccaccio, a quelle di successivi visitatori che, uscendo dalle strade principali, intrapresero un’escursione nella cittadina boccaccesca e ne tramandarono le proprie impressioni. Da qui il viaggio vero e proprio ha inizio, un viaggio nel tempo, un itinerario lungo la storia del viaggio nel Medioevo e quella commedia umana descritta nelle fresche pagine del Decameron, alla scoperta di una nuova tappa nella vasta e ricca geografia letteraria.

Référence électronique

Alessandra ORLANDINI CARCREFF, « IN VIAGGIO CON BOCCACCIO », Astrolabe - ISSN 2102-538X [En ligne], Mai / Juin 2014, mis en ligne le 13/08/2018, URL : https://www.crlv.org/articles/in-viaggio-con-boccaccio